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Ruolo dei media e immagine corporea

Ognuno di noi possiede una propria immagine corporea, dove per immagine corporea si intende la percezione che abbiamo di forma, dimensione, taglia del nostro corpo e i sentimenti che proviamo rispetto ad esse.

È qualcosa di molto soggettivo, che ci costruiamo nel corso della nostra intera esistenza.

Il processo inizia sin dall’infanzia (in cui però non c’è ancora una piena coscienza di sè) fino ad arrivare verso i 12 anni, in cui inizia la capacità di elaborazione delle idee e di identificazione con il proprio corpo.

Ad influenzare l’immagine corporea intervengono vari elementi, tra cui le opinioni genitoriali e del gruppo dei pari, fattori psicologici e biologici. Durante l’adolescenza ad esempio avvengono repentini cambiamenti corporei, che potrebbero causare un senso di insoddisfazione per la nuova fisicità, che deve essere poi rielaborata e accettata per come si presenta. La costruzione di noi avviene principalmente attraverso il corpo, poiché è uno dei primi elementi grazie al quale entriamo in contatto con gli altri e rappresenta una parte essenziale per la nostra autostima e definizione del sé.

Se da un lato questo è un processo fisiologico, che si è sempre manifestato in ogni individuo di ogni epoca, oggi con l’ascesa dei social media è nato un nuovo termine per identificare la cosiddetta “immagine digitale”, differente quindi da quella reale e più concreta.

Si parla oggi di «cyber self», cioè la versione di sé che ognuno sceglie per presentarsi su una piattaforma digitale. Come nella vita reale, il cyber self interagisce con altri individui, riceve feedback e può conformarsi socialmente. Ognuno inoltre può costruirsi molteplici versioni del cyber self, in base ai social a cui vuole appartenere.

Più aumenta il tempo speso nella modifica delle immagini più aumenta il senso di inadeguatezza legato al proprio aspetto

A differenza della vita reale però, l’immagine digitale è sempre esposta all’attenzione altrui e può essere modificata a piacimento dell’utente, al fine di ottenere un maggior consenso. Si è visto che una cura eccessiva di questo sé digitale può creare problemi nella vita reale, specie nei più giovani: più tempo si passa sui social, più è probabile credere che la realtà corrisponda a quanto osservato in rete.

Il continuo confronto con l’immagine altrui determina insoddisfazione per il proprio corpo, soprattutto quando aumenta la distanza tra l’immagine che abbiamo di noi e il corpo ideale proposto dalle norme culturali vigenti. Questa insoddisfazione è un fattore predisponente e mantenente un disturbo del comportamento alimentare (es. anoressia e bulimia nervosa).

Va infatti detto che il problema principale nei disturbi del comportamento alimentare non è in riferimento al cibo, ma proprio verso l’esperienza del proprio corpo.

Le opinioni che gli altri hanno o che noi pensiamo abbiano di noi, i feedback sul nostro aspetto fisico, il confronto che effettuiamo con l’altro e l’influenza da parte dei media condizionano fortemente il modo di percepirci e ci espongono a problematiche non solo alimentari, ma anche di autostima e fiducia in noi stessi.

Questo discorso vale soprattutto (ma non solo) per le donne: l’importanza data all’aspetto femminile determina una visione di se stesse come oggetti da valutare, esporre e ammirare.

Nel 2019 piattaforme quali Instagram e Facebook, avevano inizialmente comunicato l’intento di nascondere il conteggio dei like, con lo scopo di permettere una maggior focalizzazione sui contenuti pubblicati dagli utenti piuttosto che sul numero dei “mi piace”. Dare troppa importanza all’approvazione di ciò che si posta (misurata con il numero di like), può infatti minare il senso di autostima soprattutto negli adolescenti, che si trovano in un periodo importante per la costruzione della propria identità.

La ricerca eccessiva di un riscontro positivo può causare ansia e un senso di fallimento quando i numeri non corrispondono alle aspettative, ancor più quando ci si confronta con modelli spesso irraggiungibili.

Gli stessi social sopracitati hanno poi rivalutato l’introduzione dei like, che attualmente sono a discrezione dell’utente, che può decidere o meno di visualizzarli sui post altrui o di renderli visibili sui propri.

Se da un lato quindi l’avvento dei social media ha favorito le interazioni tra persone, lo scambio di informazioni e rappresentano un’ulteriore modalità di socializzazione, dall’altra va detto che tutto ciò che passa come messaggio in rete può in qualche modo influire sui nostri comportamenti e nella costruzione della nostra identità, il che assume ancora più importanza quando ad esserne influenzati sono i giovani. È utile quindi imparare a filtrare i contenuti a cui si è esposti e ricordarsi che i social media sono uno strumento e non il fine di ciò che facciamo.

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